venerdì 14 gennaio 2011

il Pentagono e le strategie di Social Media Management

Tra le molte cose che l'Introduzione di Internet e l'esplosione dei social networks stanno cambiando rapidamente, sembra esserci anche il modo di fare politica: la campagna elettorale di Barack Obama per le presidenziali americane ne è stata un fulgido esempio.
Eppure, nell'era in cui Facebook sfonda la soglia dei 500 milioni di utenti e Twitter si avvicina ai 200 milioni, il Pentagono sceglie di non avere nessuno che guidi la sua comunicazione sui social media.


Price Floyd e Sumit Agarwal erano i due pofessionisti assunti dalla Difesa USA, negli ultimi due anni, per portare il Pentagono nell'era dell'interazione online: i loro contratti sono scaduti tra agosto e novembre e non sono stati rinnovati. Invece, ora che i profili Twitter e Facebook sono stati creati e consolidati, il Dipartimento della Difesa statunitense fa sapere che la comunicazione 2.0 sarà gestita da un centinaio di persone, invece che da una ristretta equipe di professionisti.
Douglas Wilson, assistente segretario alla Difesa per gli Affari Pubblici, ha infatti dichiarato:
“It’s important for people in press operations, community and public outreach and communications and planning to be able to know how to use and access Facebook, Twitter and the other social media tools, rather than just have a single unit or single person do nothing but social media.”
La notizia fa certo sorridere, se si pensa alla fragilità dimostrata dai sistemi di sicurezza che hanno dato vita all'affare Wikileaks, e viene da chiedersi come il Pentagono troverà un equilibrio tra l'apertura verso una più ampia partecipazione e la necessità di mantenere la sicurezza.
Le perplessità del Pentagono sull'uso dei social media, tuttavia, non sono isolate. A dispetto dei proclami entusiastici del government 2.0, la realtà è che le esperienze materiali in materia hanno avuto scarsi risultati, specie a causa dell'alto livello di critiche che spesso gli enti governativi ricevono, giuste o sbagliate che siano, per il semplice fatto di essere online.
In questo senso, il Pentagono sembra aver fatto una scelta che va nel senso di un bilanciamento tra presenza istituzionale e personale, focalizzandosi sulla necessità di rendere la sua presenza rilevante: una scelta, insomma, che va nel senso di "fare rete" più che semplicemente di "essere sulla rete".

Quanto questa scelta possa costare in termini di sicurezza, sarà solo il tempo a poterlo dire.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...