mercoledì 19 gennaio 2011

ASOS ed il Facebook-Commerce

ASOS, uno dei più importanti distributori britannici di capi d'abbigliamento, sta per lanciare una piattaforma commerciale completamente inserita all'interno di Facebook.


È quanto rivelato dal sito britannico new media age, nel tardo pomeriggio di ieri e rimbalzato nella rete inglese e internazionale.

Lo store di ASOS sarà rappresentato da un'applicazione che permetterà all'utente di fare acquisti senza mai lasciare Facebook e potrebbe rappresentare un'evoluzione importantissima per l'e-commerce: fino ad oggi, infatti, i brand hanno usato provider di terze parti per distribuire i loro prodotti, mentre usavano Facebook come piattaforma di promozione.

In aggiunta alla piattaforma sociale già presente sul proprio sito internet, l'applicazione di ASOS includerà le funzioni sociali di Facebook, come i pulsanti "mi piace" ed i commenti.

James Hart, direttore commerciale di ASOS, ha dichiarato:

“We have millions of visits and millions of pounds coming from Facebook to Asos. At the moment the Facebook shop doesn’t have real targets as such but in theory fewer clicks and barriers to purchase should mean greater conversions. We’ll have to see if it does lead to increased sales.”
A prescindere dal fatto che la strategia di ASOS paghi o meno in termini economici (ma io scommetterei di sì), è evidente in che modo - e sempre di più - Facebook stia affiancando alle funzioni di social delle funzioni commerciali e delle soluzioni per il marketing online: l'introduzione dei nuovi profili, ad esempio, rientra più nell'esigenza di essere meglio targettizzati che in quella di favorire lo scambio di informazioni tra gli utenti.

Con l'introduzione dello store di ASOS, e degli altri che - probabilmente - lo seguiranno, Facebook si candida a passare da rete sociale a "rete nella rete", una piattaforma per lo sviluppo e la realizzazione di strategie di marketing online, ma non solo.

Ad oggi, l'11% degli investimenti in advertising online riguarda i Social Media e tra questi Facebook è sicuramente quello che prende la fetta più grossa degli introiti, valutabili in 3 miliardi di dollari nel 2011. Se ASOS dovesse lanciare un trend, è probabile che agli introiti derivanti dalla pubblicità, Mr. Zuckemberg potrà aggiungere una percentuale sui nostri futuri acquisti online.

La domanda che mi sorge spontanea riguarda quanto Facebook sia consapevole di star costruendo una rete ad anello, molto larga ma fondamentalmente chiusa su se stessa, contro un modello di interconnessione tra sistemi aperti che ha dominato in rete negli ultimi dieci anni. Aprire la strada a dei veri e propri store ospitati sul social network, infatti, è sicuramente un dato che ci porta verso una facebookizzazione di internet.

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